A.U.U. – Assegno Unico Universale 2023

Rinnovo automatico

Vi ricordiamo che l’INPS ha stabilito che tutti coloro che hanno presentato la domanda di A.U.U. (Assegno Unico Universale) fra gennaio 2022 e febbraio 2023 riceveranno in modo automatico l’importo, senza necessità di presentare una nuova domanda. Questa semplificazione è stata stabilita dalla normativa, al fine di snellire le procedure burocratiche.

Pertanto, se l’anno scorso già percepivate l’A.U.U. e non sono intervenute variazioni, ora non dovrete presentare alcuna domanda aggiuntiva, ma semplicemente rinnovare l’ISEE (a meno che non vogliate presentarlo, in quanto volete ricevere il solo importo minimo dell’A.U.U.).

 

Variazioni della domanda

È importante sapere che l’INPS liquida l’importo di A.U.U. sulla base dei requisiti indicati nella domanda presentata nel periodo tra gennaio 2022 e febbraio 2023, pertanto nel caso in cui si dovessero verificare delle variazioni, è onere del richiedente intervenire tempestivamente sull’istanza inviata e adeguarne i contenuti alla luce delle modifiche sopravvenute.

Pertanto, vi segnaliamo l’importanza d’avvisarci con celerità in merito ad eventuali cambiamenti.

Tra le variazioni che vi chiediamo di comunicarci, ci sono:

  • La nascita di figli;
  • Le variazioni o inserimento della condizione di disabilità del figlio;
  • Le variazioni della dichiarazione relativa alla frequenza scolastica/corso di formazione per il figlio maggiorenne (18 – 21 anni);
  • Le modifiche attinenti all’eventuale separazione/coniugio dei genitori;
  • I criteri di ripartizione dell’Assegno tra i due genitori, sulla base di un provvedimento di un giudice o dell’accordo tra i genitori;
  • Variazioni delle modalità di pagamento prescelte dal richiedente (variazione dell’IBAN).

 

Termini di presentazione ISEE

Infine, vi informiamo che le mensilità di A.U.U. di gennaio e febbraio 2023 sono state calcolate sulla base dell’ISEE 2022.

Dal mese di marzo, l’importo dell’A.U.U.:

  • Se avete già presentato l’ISEE 2023, sarà fin da subito determinato in base al nuovo valore;
  • Se non avete ancora presentato l’ISEE 2023 ma lo presenterete entro il 30 giugno 2023, per il momento riceverete l’importo minimo previsto dalla normativa (50€ al mese per ogni figlio a carico) ed una volta presentato, vi verrà erogato il nuovo valore e vi verranno conguagliati tutti gli arretrati;
  • Se presenterete l’ISEE successivamente al 30 giugno 2023, vi verrà erogato il nuovo valore, ma perderete il diritto a ricevere gli arretrati;
  • Se non presenterete l’ISEE 2023, riceverete l’importo minimo previsto dalla normativa (50€ al mese per ogni figlio a carico).

 

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NOVITA’ EDILIZIA – LEGGE DI BILANCIO 2022

La detrazione fiscale per gli interventi di rifacimento delle facciate degli immobili (“BONUS FACCIATE”) è prorogata anche alle spese sostenute nell’anno 2022, ma con una riduzione dell’aliquota dal 90% al 60%.

E’ prorogato anche per gli anni dal 2022 al 2024 il “BONUS VERDE” con aliquota al 36% fino a un ammontare complessivo delle spese non superiore a 5.000 euro per unità immobiliare ad uso abitativo.

Anche il “BONUS MOBILI” viene prorogato con riferimento alle spese sostenute negli anni 2022, 2023 e 2024; Per le spese sostenute nel 2022 rilevano a tal fine gli interventi di recupero del patrimonio edilizio iniziati dal 01/01/2021 e il limite massimo di spesa detraibile è pari a 10.000 euro per le spese sostenute nel 2022 e 5.000 euro per le spese sostenute nel 2023 o 2024.

E’ stata rinnovata anche l’opzione per lo sconto sul corrispettivo o per la cessione del credito in parallelo alla proroga dei bonus edilizi; in merito a queste detrazioni “edilizie” si inseriscono quella per le barriere architettoniche e acquisto di box pertinenziali. Vengono inoltre esclusi dall’obbligo del visto di conformità e dall’asseverazione della congruità dei prezzi le opere di edilizia libera e per gli interventi di importo complessivo non superiore a 10.000 euro. Vengono comprese nelle spese detraibili anche quelle sostenute per il rilascio del visto di conformità dei dati e dell’attestazione di congruità delle spese oggetto delle opzioni.

DAL 2022 OBBLIGO DI ACCETTAZIONE PAGAMENTI TRAMITE POS

PAGAMENTI TRAMITE POS

Rientra tra le misure volte a contrastare l’evasione fiscale, e si affianca alla nuova riduzione del limite per l’uso del contante, la novità approvata nel corso dell’iter di conversione in legge del decreto n. 152/2021.

A partire dal 1° gennaio 2022, alla “mancata accettazione” di pagamenti, di qualsiasi importo, tramite carte di pagamento, anche da parte dei liberi professionisti, si applicherà la sanzione amministrativa di 30 euro aumentati del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento.

A prevederlo è un emendamento al DL 152/2021 approvato dalla Commissione Bilancio della Camera nell’iter di conversione in legge, che disciplina l’introduzione di un nuovo art. 19-bis rubricato “Sanzioni per la mancata accettazione di pagamenti effettuati con carte di debito e credito”.

La condotta sanzionata quindi non è quella di non munirsi di un POS per consentire il pagamento elettronico, ma la mancata accettazione di tale pagamento.

Si ricorda che i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, “anche professionali”, avrebbero dovuto da tempo accettare pagamenti attraverso “carte di debito e carte di credito”.

La legge prevede infatti il POS obbligatorio per attività commerciali e liberi professionisti, nello specifico per:

  • negozi e attività commerciali
  • artigiani
  • bar, pizzerie, ristoranti e altre attività di ristorazione
  • liberi professionisti che esercitano in proprio e hanno un rapporto diretto con il cliente ( tassisti, avvocati, parrucchieri, commercialisti, terapisti)
  • Hotel, B&B, agriturismi e altre attività ricettive

Anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti come psicologi, avvocati, parrucchieri, idraulici, quindi, sono tenuti ad avere il POS.

All’accertamento delle violazioni sono chiamati a provvedere gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria. L’autorità competente a ricevere il rapporto relativo alle violazioni in questione è il Prefetto del territorio nel quale le stesse hanno avuto luogo.

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UTILIZZO CONTANTI, DAL 1 GENNAIO 2022 NUOVO LIMITE

NUOVO LIMITE PER IL CONTANTE

Per effetto della norma introdotta dal decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020, a partire dal dal 1° gennaio 2022  non sarà possibile effettuare pagamenti in contanti per un importo superiore a 1.000 euro  (999,99 euro per la precisione).

Si riduce nuovamente quindi la soglia del limite di utilizzo dei contanti per i trasferimenti di denaro tra persone con lo scopo di permettere l’utilizzo di meno cash e favorire, secondo le intenzioni del governo, l’utilizzo di pagamenti tracciabili. Lo scopo principale è quello di stroncare definitivamente l’evasione fiscale ed operazioni in nero.

 

Quali sono i pagamenti contanti con limite 1.000 euro

Quando diciamo tetto massimo al pagamento in contante ci riferiamo a una soglia che non deve essere superata da applicarsi a tutte queste tipologie di transazioni effettuate:

  • trasferimento di denaro contante in euro o in valuta estera,
  • Trasferimento di titoli al portatore in euro o valuta estera,
  • libretti di deposito bancari o postali al portatore;

effettuati a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, siano esse persone fisiche o giuridiche.

Per citare alcuni esempi di tipologie di acquisti (beni e servizi) che devono sottostare al tetto di 1.000 euro in contanti:

  • in negozi;
  • dal dentista;
  • dal veterinario;
  • dall’artigiano

Il divieto vale anche per acquisti frazionati in modo artificioso: cioè se vengono effettuati con più pagamenti inferiori alla soglia che appaiono artificiosamente frazionati. In che senso?

  • se vengono fatti con cadenza prestabilita e per un circoscritto arco di tempo;
  • se non è possibile stabilire l’arco di tempo di riferimento ci si riferisce a quello indicato dalla legge, 7 giorni.

 

Consentiti i pagamenti misti

Sarà permesso tuttavia però suddividere la cifra che si deve pagare tra contanti e pagamento tracciabile (esempio bancomat, carta di credito, bonifico, ecc.). Ad esempio, se la cifra totale corrisponde a1.600 euro, possiamo scegliere di trasferire denaro suddiviso in questo modo: 600 euro in cash e i restanti 1.000 euro con bancomat o bonifico.

 

Esclusi prelievi e versamenti

Può stare tranquillo chi deve prelevare o versare cifre sopra i 1.000 euro in banca o posta. Queste transazioni sono escluse dal tetto contanti di 1.000 euro. Questo perché in questi casi non c’è di mezzo una transazione tra privati, ma un’operazione con il proprio istituto di credito:

  • si potrà ritirare allo sportello bancomat una cifra superiore a 1.000 euro (o meglio 999,99 euro),
  • si potranno versare importi in contante superiori a 1.000 euro (o meglio 999,99 euro).

Per intenderci possiamo tranquillamente andare in banca e prelevare 2.300 euro; allo stesso modo possiamo recarci allo sportello bancario e versare 1.800 euro. Questo perché la transazione riguarda solo noi e nessun altro. Quei soldi possiamo sempre averli risparmiati nel tempo in piccole cifre. Nulla dice che quegli importi corrispondano ad evasione fiscale.

 

Le sanzioni

La nuova soglia di pagamenti in contanti deve essere rispettata non solo da chi paga ma anche da chi riceve il denaro: entrambi possono essere puniti nel caso in cui venga superato il limite di 999,99 euro. La legge prevede che con l’abbassamento del limite dei contanti diminuisca anche la sanzione minima. In sostanza: dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, la soglia per i pagamenti in cash è di 1999,99 euro, mentre la sanzione minima applicabile in caso di trasgressione (minima, non fissa) è di 2.000 euro. Ora, con il limite a 999,99 euro dal 1° gennaio 2022 il minimo edittale scenderà a 1.000 euro.

Regola, però, non valida per i professionisti o per chiunque non segnali le irregolarità alle direzioni territoriali: in tal caso, la sanzione resta fissata da 3.000 a 15.000 euro.

 

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INTANGIBLE ASSETS

Sai che cosa sono gli intangible assets? Continua a leggere per scoprirlo!

Quando si pensa ad un’impresa, si fa riferimento al complesso di beni organizzati per svolgere un’attività economica finalizzata alla produzione e allo scambio di beni e di servizi; invece ci sono molteplici fattori da considerare per assumere una visione di insieme.

Ad oggi molte imprese offrono prodotti che sono accompagnati da valori intangibili, ovvero modalità di agire che contraddistinguono l’azienda da altre. Questi tratti peculiari rendono un bene o un servizio inimitabile ed unico, pertanto l’impresa che lo produce o offre, potrà beneficiare nel lungo termine di un vantaggio competitivo legato al miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia economica.

Per portare un esempio, un’impresa potrebbe impegnarsi nel fronte ambientale e sociale, prestando attenzione all’impatto della sua attività sull’ambiente, e successivamente impegnarsi a ridurlo, attuando azioni socialmente responsabili.
I portatori di interesse, detti stakeholders, vedono con occhi diversi le realtà impegnate in questi contesti, rendendosi più sensibili ed interessati alle tematiche legate alla sostenibilità.

Anche la cortesia dei dipendenti, l’ambiente lavorativo salubre, sicuro ed accogliente sono delle caratteristiche di cui i clienti consapevoli tengono conto, quando acquistano beni e servizi.

L’implementazione di metodologie nei diversi processi produttivi, finalizzate all’accrescimento del valore intangibile di un’impresa, apre molteplici strade e dà la possibilità di poter accedere a innovative forme di capitali e di investimento.

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RESPONSABILITA’ SOCIALE D’IMPRESA

Un’impresa socialmente responsabile si prende carico delle preoccupazioni sociali ed ambientali, infatti persegue come obiettivo quello di realizzare uno sviluppo sostenibile.
Per sviluppo sostenibile si intende un modello di crescita virtuoso, nel quale si tiene conto non solo del perseguimento del profitto economico, bensì anche della tutela dei diritti dei lavoratori e della salvaguardia dell’ambiente naturale, con il fine di garantire risorse naturali sufficienti alle generazioni del futuro.

Le imprese socialmente responsabili prestano attenzione all’impatto della loro attività sull’ambiente naturale e sociale, e successivamente si impegnano a ridurlo, attuando delle azioni socialmente responsabili.
Ridurre lo spreco di acqua e le emissioni di gas nocivi, implementare sistemi efficaci di smaltimento dei rifiuti e garantire sicurezza sul lavoro sono buone pratiche che possono contribuire a preservare le risorse naturali, per garantire un futuro solidale.
Infatti è fondamentale compiere scelte consapevoli e responsabili, al fine di promuovere uno sviluppo inclusivo e sostenibile.

La responsabilità sociale d’impresa, tra gli altri, offre due vantaggi principali per un’impresa:

  • Contribuisce a creare un valore aggiunto agli occhi degli stakeholders, ovvero i portatori di interesse in una società, che possono essere interni come dipendenti e azionisti, oppure esterni come fornitori e clienti. Ad oggi, gli stakeholders tengono conto anche del fatto che un’impresa si prenda cura dell’ambiente e delle persone;
  • La RSI rappresenta un investimento a lungo termine, in quanto si avrà un ritorno nel futuro, in termini di reputazione, ambiente sociale favorevole e armonioso e migliori condizioni ambientali.

AGENDA 2030 – 17 OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE

La responsabilità sociale d’impresa può contribuire al raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, prefissati nel 2015 dall’ONU.

Si tratta di 17 obiettivi di carattere ambientale e sociale, che sono stati prefissati per raggiungere migliori condizioni di vita, ambientali e lavorative per le persone, senza distinzioni di genere, etnia o religione.

Sono “obiettivi comuni”, vale a dire che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve rimanere indietro lungo il cammino necessario per portare il mondo sulla strada della sostenibilità.

Questo programma non rappresenta la soluzione a tutte le problematiche vigenti ad oggi, bensì esso concretizza la volontà dei Paesi di porre fine a pratiche deleterie e attuare un cambiamento, ma soprattutto, di compiere un primo passo verso il raggiungimento di favorevoli condizioni di vita per tutti.

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LIBRETTO FAMIGLIA

Se hai bisogno di qualcuno che si occupi di piccoli lavori domestici, a favore del tuo nucleo familiare, questo articolo ti potrebbe interessare!

Il Libretto Famiglia è uno strumento fornito dall’INPS, che permette alle famiglie di beneficiare di prestazioni di lavoro occasionale, eseguite da soggetti che non esercitano attività d’impresa o professionale.

Bisogna però specificare che, non è possibile utilizzare il Libretto Famiglia per lavoratori con i quali si abbia avuto un rapporto di lavoro subordinato o di collaborazione continuativa, negli ultimi sei mesi.

Questo strumento si può utilizzare per alcune attività, tassativamente stabilite dalla legge, ovvero:

  • piccoli lavori domestici, ad esempio pulizia, sostituzione di lampadine e giardinaggio;
  • assistenza domiciliare a bambini e anziani, ammalati o con disabilità;
  • insegnamento privato supplementare, ad esempio lezioni di recupero individuali.

 

Per godere di questo servizio, l’utilizzatore e il prestatore sono tenuti all’iscrizione sulla piattaforma online sul sito istituzionale dell’INPS, accedendo al seguente link:
https://www.inps.it/prestazioni-servizi/prestazioni-di-lavoro-occasionale-libretto-famiglia

 

Adempimenti dell’utilizzatore

La famiglia deve alimentare il proprio portafoglio telematico nell’apposita piattaforma informatica, versando un importo da erogare al lavoratore.

Il versamento può avvenire fondamentalmente in due modalità:

  1. per mezzo modello F24, con i dati identificativi dell’utilizzatore con causale “LIFA” per il Libretto Famiglia;
  2. per mezzo di strumento di pagamento elettronico, gestito dall’INPS tramite il “Portale dei pagamenti”, accedendo con le credenziali dell’utilizzatore.

L’utilizzatore è tenuto a comunicare, al termine della prestazione lavorativa e non oltre il terzo giorno del mese successivo a quello di riferimento:

  • i dati identificativi del prestatore;
  • il compenso stabilito;
  • il luogo di svolgimento e la durata della prestazione lavorativa;
  • altre informazioni per la gestione del rapporto.

Nel momento in cui l’utilizzatore trasmette queste informazioni, mediante l’utilizzo di un calendario gestito dall’INPS, il prestatore ne riceve notifica tramite mail o SMS.

 

Adempimenti del prestatore

All’atto di registrazione, i lavoratori devono selezionare la modalità di pagamento desiderata, inserendo i dati necessari per l’erogazione dei compensi pattuiti, indicando:

  • L’Iban del conto corrente bancario, libretto postale o della carta di credito intestati al prestatore;
  • In alternativa, l’erogazione avviene da parte dell’INPS con bonifico bancario domiciliato alle Poste.

Nel caso in cui sia l’INPS a pagare, vi provvede entro il 15 del mese successivo a quello in cui la prestazione è stata svolta.

Infine, per il lavoratore sussiste la possibilità di acquisire il prospetto paga mensile, tramite la piattaforma telematica, nel quale sono indicate le informazioni che attestano la prestazione lavorativa svolta.

 

Importi in euro per 1 ora di lavoro

Il Libretto Famiglia contiene titoli di pagamento che hanno un valore nominale di 10,00€ all’ora.

Di questi:

  • 8€ costituiscono il compenso netto del lavoratore;
  • 1,65€ sono il contributo INPS che viene accantonato alla Gestione Separata;
  • 0,25€ rappresentano il Premio assicurativo Inail;
  • 0,10€ vengono utilizzati per le spese di gestione dell’attività.

 

Limiti economici

Per poter usufruire del Libretto Famiglia, bisogna tener conto che i compensi massimi consentiti in un anno, sono:

  1. Fino a 5.000 euro per ogni prestatore;
  2. Fino a 2.500 euro per ogni prestatore, da parte del medesimo utilizzatore.

 

Libretto Famiglia Coronavirus

Dall’inizio del periodo di emergenza dovuta all’epidemia di Coronavirus, ai genitori lavoratori autonomi è stata offerta la possibilità di beneficiare del bonus baby-sitter, con il fine di dare loro sostegno.

Si tratta di un contributo economico, che viene erogato alle famiglie per acquistare servizi di baby sitting, per figli minori di 14 anni e può avere importo massimo di 100€ a settimana.

Il pagamento di detto sussidio, avviene tramite Libretto Famiglia.

Per ottenere ulteriori informazioni a riguardo, contattateci!

Bonus prima casa

Bonus prima casa: hai meno di 36 anni e stai acquistando una casa?

Il decreto Sostegni Bis contiene una serie di disposizioni volte ad agevolare l’acquisto della prima casa per i giovani che non hanno ancora compiuto 36 anni nell’anno in cui avviene l’atto notarile.

Vediamo assieme di che cosa si tratta:

  • E’ possibile ottenere una garanzia da parte dello Stato, per un importo pari all’80% della quota del mutuo, accedendo al Fondo di Garanzia. Le domande possono essere presentate dal 24 giugno 2021 al 30 giugno 2022;
  • Esenzione dell’imposta di registro prevista sul mutuo dello 0,25% dell’ammontare finanziato;
  • Agevolazioni sulle imposte da pagare in sede di atto notarile per l’acquisto: esenzione delle imposte di registro pari al 2%, ipotecaria e catastale;
  • Agevolazione per immobili soggetti ad IVA: quest’ultima viene pagata al venditore, ma successivamente recuperata come credito d’imposta in dichiarazione dei redditi.

Ma quali sono i requisiti per poter accedere al beneficio?

  • E’ necessario avere un Isee inferiore a 40mila euro;
  • L’abitazione non deve rientrare nelle categorie catastali di “lusso” A1, A8 e A9;
  • Non devi possedere altri immobili su tutto il territorio nazionale acquistati con il beneficio “prima casa”;
  • Non devi essere proprietario di altro immobile idoneo ad abitazione nello stesso Comune;
  • Non devi essere titolare di diritti di uso, usufrutto, abitazione su altro immobile sito nel medesimo Comune.

Siamo a tua disposizione per qualsiasi delucidazione.

Il Regno Unito è extracomunitario dal 1° gennaio 2021

Vi segnaliamo che dal 1° gennaio 2021, il Regno Unito avrà lo status di extracomunitario.

Pertanto è necessario valutare fin da subito i cambiamenti che a breve interverranno, sia in ambito commerciale che fiscale, per coloro che hanno rapporti con questo Stato.

 

Segnaliamo, solo a titolo esemplificativo, che a partire dal 2021:

  • Tutte le cessioni di merci dall’Italia al Regno Unito rappresenteranno operazioni di esportazione verso un Paese terzo – extra UE e sarà necessario espletare tutte le formalità doganali; dunque è necessario attivarsi fin da subito per la corretta gestione di tali operazioni;
  • Ci saranno dei cambiamenti d’imposizione fiscale nei rapporti tra il Regno Unito e l’Italia, pertanto i cittadini italiani che hanno rapporti di lavoro, prodotti finanziari, beni immobili ed altre forme di reddito in Inghilterra, devono valutare rapidamente le variazioni che subiranno in termini di tassazione;
  • A partire dal 1° ottobre 2021 sarà obbligatoria per i cittadini dell’UE l’esibizione del passaporto per l’ingresso nel Regno Unito, poiché il Governo britannico abolirà gradualmente l’uso delle carte d’identità nazionali, mentre non saranno necessari visti di ingresso per viaggi di breve durata o turismo.

 

La CCIAA di Treviso – Belluno ha pubblicato una breve guida dedicata alle imprese, che qui riportiamo:

https://www.tb.camcom.gov.it/uploads/COM/pdf/Guida_Brexit_it_2020.pdf

 

Rimaniamo come sempre a vostra completa disposizione, per chiarire ogni vostro dubbio.

Sussidi Inarcassa per COVID-19

Vi informiamo che l’Inarcassa ha previsto dei sussidi, per le famiglie dei suoi iscritti, affette da COVID-19.

Il sussidio viene corrisposto una sola volta per ciascun nucleo familiare, con riferimento all’evento di maggiore gravità accertato nella seguente misura:

  1. Euro 5.000 in caso di decesso;
  2. Euro 3.000 in caso di ricovero;
  3. Euro 1.500 per contagio o sospetto contagio da COVID-19 senza ricovero, con esclusione dei soggetti asintomatici, che abbia comportato l’impossibilità ad esercitare la libera professione per almeno 21 giorni.

 

Per maggiori informazioni, vi consigliamo di leggere la pagina dedicata, disponibile nel sito istituzionale dell’ente.

https://www.inarcassa.it/site/home/assistenza/sussidi-covid-19.html

Rimaniamo comunque a disposizioni per fornirvi maggiori dettagli e per l’eventuale presentazione delle domande di sussidio.